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Renato Missaglia. Cuochi e produttori a colori, il ritratto è servito

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L’arte del ritratto e dell’enogastronomia italiana si incontrano nell’opera di Renato Missaglia, che in concomitanza di Expo Milano 2015 ha realizzato una galleria ideale di celebri chef e grandi produttori.

L’arte del ritratto è da nobili, da signori. Dopo l’Antico Egitto e dopo l’antichità greca e romana, l’arte e la pittura si sono nuovamente dedicate a ritrarre potenti e aristocratici dagli inizi del XIV secolo, con la costante che, in ogni epoca storica, il ritratto è stato esercitato in classi sociali ben distinte, in ambito signorile. Si può dire che anche oggi sia così, anche se la moltiplicazione dei mezzi espressivi ha aumentato le occasioni artistiche e le ambizioni: da Édouard Vuillard, Vincent van Gogh, Pablo Picasso e Francis Bacon, che piuttosto che copiare i soggetti tentavano di scavarne fuori la psiche, a Andy Warhol che ha celebrato parossisticamente la fama e la celebrità con medium alternativi, coraggiosi e fuori squadra. Qui, con Renato Missaglia, abbiamo una carrellata di cuochi e produttori alimentari, ritratti con i colori di quella stessa arte. E i soggetti sono sempre signori, sì; del cibo e del vino.

In tre anni, in un ideale percorso di avvicinamento a Expo Milano 2015, lei ha composto circa 70 ritratti degli chef italiani più bravi e famosi e 30 produttori dell’enogastronomia, vini e di cibi. Dove ha già esposto?

Il tema del mio lavoro pittorico è “cuochi e produttori a colori”. Ho esposto in sette occasioni, prima di questa Esposizione Universale, a Milano presso l’Abi, al Fondo Italiano d’Investimento, a Trento, nel quartiere Le Albere di Renzo Piano dove c’è il Muse. Poi al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina. Organizzo nel contempo convegni, concerti, presentazioni di libri. Montecarlo, Opera Gallery, quattro o cinque cene a tema, Donna Olimpia a Bolgheri, ho fatto cene con cuochi stellati che cucinano con ristoratori della zona e uno spazio dove racconto la mia Esposizione Universale.

Ci parli dell’Esposizione Universale vista con gli occhi di un artista.

Certo, Expo Milano 2015 con gli occhi dell’arte. Sono andato in giro come un paparazzo a fotografare tutto, e racconterò l’Esposizione Universale con gli occhi di un artista contemporaneo. Ed espongo nello spazio Coldiretti, sul Cardo, all’ingresso. Per conto del Rotary Milano Est abbiamo progettato un portale, www.expoguide.it, Expo Milano 2015 vista con gli occhi dei rotariani. Miriamo all’accoglienza, dobbiamo capire che il mondo fantastico che abbiamo intorno si chiama Italia, e dobbiamo coccolarlo. Chi si muove qui avrà un grande ritorno, da questo evento. Quando capiterà di avere 140 Paesi a casa tua? Dura sei mesi, ma il lascito continuerà ad avere effetti benefici molto più a lungo.

Lei ha ritratto gli ultimi tre Papi, Jorge Bergoglio, Joseph Ratzinger, Karol Wojtyla; e Barack Obama, per conto di un finanziatore della campagna presidenziale. Perché ha scelto di dedicare così tanta attenzione agli chef?

È un periodo di grande visibilità per gli chef. La loro è arte applicata, arte che cammina da sola. Pensiamo anche alla ricca offerta visuale di Coca-Cola alle Olimpiadi di Torino del 2006. Ho fatto gli 80 anni con Salvatore Ferragamo. Per i 25 anni di AD Condé Nast ho realizzato per loro 25 copertine storiche. Legati al cibo e all’alimentazione ci sono gli chef e i produttori dell’enogastronomia. Partner di questa ricerca che ho condotto è stata la rivista Italia a Tavola. Per loro questo è un filone è d’oro, è un moltiplicatore infinito di visibilità.

Carlo Cracco, Davide Oldani, Gualtiero Marchesi e Antonino Cannavacciuolo hanno già una fama che travalica il loro settore. Ci fa un esempio di un altro chef che ha le potenzialità di godere di questa moltiplicazione di visibilità?

Enrico Derflingher. Ha cucinato per la Regina Elisabetta, George W. Bush, è stato a Villa Lario in uno spazio bellissimo, dove tra l’altro vi sono esposte anche opere mie, tra cui la Donna di Neive.

Cos’è la Donna di Neive?

Ho fatto un quadro per la grappa di Romano Levi, un’azienda produttrice di una squisita grappa, disegnando poi le etichette una a una. 999 etichette dipinte, pezzi unici. Il tema era la Donna Selvatica di Neive, in Piemonte, che scavalca le colline. Da un dipinto in formato A3 si trae l’etichetta con un procedimento esclusivo. Per averne una bottiglia, c’erano code di giorni.

Come avviene il processo creativo e pittorico, sono i colori e le forme che ti ispirano un collegamento con la persona, o è la persona ritratta che fa nascere il suo quadro?

È una splendida domanda. Capisco che un’esplosione di rosso, una screziatura di cremisi, una testura di violetto possano suggerire abbinamenti a personalità di un campo o di un altro, a caratteristiche personali di alcuni dei produttori e dei maestri che ho incontrato. Ma in realtà, il mio percorso di esplorazione dell’individualità parte dall’immagine della persona, a cui poi aggiungo le trame, i colori e le forme che la rendono un’opera d’arte.

Ci spiega alcuni quadri, entrando nel dettaglio delle scelte cromatiche?

Derflingher è una potenza, colore forte, importante, Marchesi è delicato, fragile, Cracco con la faccia da leone, per cui ho scelto una cosa delicata. Ripeto, non parto da ciò che sta attorno, studio l’immagine interiore ed esteriore, da cosa cucina, dall’umanità che ha, e poi compongo, intorno.
È il caso di dire: signori, a tavola. Il ritratto è servito.

Fonte: http://magazine.expo2015.org
Cultura / Stefano Carnazzi – 08 ottobre 2015


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